Il web trabocca di foto delle Lame Rosse, uno degli anfratti più fotogenici delle Marche. Sarà per questo motivo che, anche un pigro come me si è deciso ad affrontare, con tutte le precauzioni del caso e insieme ad un simpatico gruppo di amici con i loro figli, la camminata per raggiungere questo altrove marchigiano così famoso.
Cosa sono le Lame Rosse
Sono particolari rilievi rocciosi costituiti da ghiaia impastata con argilla e tenuta insieme da limo.
Questa composizione risulta estremamente friabile e la naturale erosione, dovuta agli agenti atmosferici, modellando la materia forma alte torri sormontati da bizzarri pinnacoli.
Quando arrivi al cospetto di questa bellezza della natura, la mente vola almeno fino in Cappadocia, perché le Lame Rosse ti fanno pensare ai Camini delle Fate, dove la roccia vulcanica e il tufo rendono pinnacoli, prismi e piramidi simili anche se più durevoli.
Bon, diciamo subito che il sentiero che porta fino ai piedi delle Lame Rosse è sicuramente escursionistico.
Da dove parte il sentiero delle Lame Rosse?
Parte dalla diga sul Fiastrone, la struttura che negli anni ’50 ha dato vita al Lago di Fiastra, altro punto di partenza per coloro i quali vogliono scaldarsi i muscoli aggiungendo, all’itinerario più breve, almeno 4 chilometri di cammino bordo lago.
Chi vuole evitare i 4 chilometri in più, può parcheggiare lungo la provinciale e oltrepassare la diga per raggiungere il versante sinistro del lago dopo aver affrontato un corto tunnel, all’uscita del quale, una salitella porta all’attacco del sentiero.
Le cose da sapere sulla passeggiata delle Lame Rosse
– Questa passeggiata, nei giorni di festa, è affrontata anche da mille escursionisti –
questo mi dice Giada, la guida del Parco Nazionale dei Monti Sibillini che insieme alla collega Antonella, accoglie in questo punto tutti i camminatori, informandoli che il percorso a partire da lì dura un’ora in salita e 45 minuti in discesa, con una modesta altimetria, attraversa il bosco fino alla base del ghiaione.
A questo tempo dovete aggiungere il pezzo di strada percorso dal parcheggio fino all’inizio del sentiero quindi calcolate 2 ore e mezzo / 3 ore (varia in base al vostro ritmo di camminata e alle soste per fare le foto) tra andata e ritorno.
Giada mi avvisa inoltre che, salendo il ghiaione ripido e di per sé infido, si deve tenere la destra e camminare almeno a 3 metri dalle rocce.
Questa saggia ordinanza emessa dalle autorità preposte, vuole salvaguardare le alte stratificazioni rocciose almeno dalla presenza dell’uomo che, avvicinandosi troppo, o camminando nei canali, potrebbe accelerarne il naturale fenomeno erosivo.
Bene, forte di tutte queste raccomandazioni mi avvio sicuro insieme ai miei amici e dopo un primo breve tratto soleggiato eccomi dentro un bosco fitto ed ombreggiato da lecci e roverelle.
I tratti in salita sono brevi e dal fondo variegato ma quasi sempre liscio.
Pensando al ghiaione in salita, non rimpiango però di aver messo ai piedi gli scarponcini da trekking lasciando una volta tanto le comode scarpe da ginnastica.
Nello zaino ho qualcosa da mangiare ed acqua in abbondanza, dato che lungo l’itinerario non si trova alcun punto di ristoro nè acqua.
Inoltre è bene sapere che l’ultima parte è molto soleggiata perciò meglio evitare le ore più calde del giorno, specialmente con i bambini. Secondo me non c’è un orario migliore per vederle, solo per evitare il caldo eccessivo in estate, è consigliabile affrontare il sentiero al mattino o nel tardo pomeriggio.
Il dislivello è di 300 metri e la passeggiata è lunga 3 chilometri.
I cani possono essere portati solo al guinzaglio. Il telefono non prende in buona parte del percorso.
A proposito di bambini, ma possono farla anche loro?
In linea di massima sì, ma devono essere grandicelli (dai 6/7 anni) e un po’ allenati a camminare.
L’escursione non si può fare in passeggino, per i piccoli dovete usare lo zaino e procedere piano sulla salita di ghiaia.
Alla fine del bosco si sbuca alla base del ghiaione e per arrivare in cima ci sono tra i 10 e d i 15 minuti di salita dura.
L’emozione è tanta!
Guardandosi attorno a 360° capisci di essere arrivato in un luogo caro agli Dei: l’erta sdrucciolevole di sassi bianchi è affrontata da piccoli gruppi di variopinti escursionisti serpeggiando in fila indiana, del tutto simili a miti questuanti.
Sulla sinistra le alte rupi color cannella modellate dal vento e dalla pioggia rappresentano le propaggini o meglio sono l’effigie della divinità benigna che qui alberga.
Alle spalle lo sguardo sprofonda nel belvedere verde intenso della valle del Fiastrone.
L’escursione delle Lame Rosse si può effettuare anche in autonomia, mentre se volete cimentarvi nella ben più difficile escursione delle Gole del Fiastrone, sappiate che a seguito di un’ordinanza del Comune di Fiastra relativa al terremoto del 2016, vige il divieto di accesso senza una guida turistica naturalistica abilitata e per gruppi di massimo 15 persone.
Mentre salgo con devozione, mi sento al centro del mondo. Complici le endorfine, torno per un attimo il ragazzetto che, eternamente steso sul divano, leggeva Tex Willer durante le lunghe vacanze estive della giovinezza sognando il Far West.
Ecco, le Lame Rosse, a volerle veder con gli occhi della fantasia, sono un po’ il Far West dell’entroterra marchigiano… provare per credere!
Questo il nostro articolo sulle cose da fare al Lago di Fiastra e nei dintorni:
Una giornata sul Lago di Fiastra.
Questi gli articoli che abbiamo letto prima di andare:
Le Lame Rosse, il Canyon delle Marche su Racconti di Marche.
Un’escursione alle Lame Rosse di Fiastra con bambini su Marche For Kids.
Lago di Fiastra: un trekking spettacolare e divertente nelle Marche su Idee di tutto un po’.