Pantelleria è il regno dell’inaspettato: questa frase appena accennata all’inizio di un vecchio documentario che ancora passa in televisione, mi risuona nelle orecchie come il canto delle sirene di Ulisse.
In questo periodo sto progettando nuovi viaggi e ho iniziato a documentarmi su quella che è la quinta isola più grande d’Italia dopo Sicilia, Sardegna, Elba e Sant’Antioco, perciò condivido con voi i miei appunti di viaggio.
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Oggi questo antico crocevia delle rotte tra oriente e occidente è l’estremo lembo occidentale d’Italia ma fu fenicia, romana, bizantina, araba, normanna e spagnola.
È definita comunemente la perla nera del Mediterraneo anche se molti viaggiatori che come noi non ci sono mai stati, faticano non poco a collocarla esattamente sulla mappa.
Più vicina all’Africa che all’Italia, Pantelleria è posizionata nel canale di Sicilia ad appena 35 miglia marine (più o meno 65 Km) dalla Tunisia ma non deve essere confusa con Lampedusa, Linosa e le altre isole dell’arcipelago delle Pelagie, lembo più meridionale d’Italia.
Amministrativamente Pantelleria è in provincia di Trapani ma non ha nulla a che fare con Favignana, Levanzo, Marettimo e le altre isole dell’arcipelago delle Egadi.
Infine, anche se di origine vulcanica, Pantelleria non ha altro in comune con Vulcano, Lipari, Stromboli, Panarea e le altre isole dell’arcipelago delle Eolie che, come è noto, sorgono a largo della costa tirrenica.
Con una superficie di 83 km² è la più estesa delle isole siciliane (quattro volte più grande di Lampedusa) dotata di un importante Aeroporto Civile situato nella parte nord ovest dell’isola.
Voli giornalieri, gestiti dalla compagnia danese DAT, assicurano i collegamenti con Trapani e Palermo, mentre d’estate, l’Aeroporto Civile di Pantelleria vanta voli diretti da e per Roma, Bologna, Bergamo, Milano, Venezia, Catania, Genova e Torino.
Pantelleria dista circa 6/7 ore di traghetto da Trapani.
Il Gruppo Caronte & Tourist gestisce i collegamenti navali per il trasporto di passeggeri con auto al seguito: in base alla stagione abbiamo uno o due collegamenti giornalieri A/R.
Le partenze dal porto di Trapani sono alle 14, con arrivo a Pantelleria alle 20, e alle 23 con arrivo a Pantelleria il giorno dopo alle 6.30.
Viceversa i traghetti lasciano Pantelleria ogni giorno alle 10 e arrivano a Trapani alle 15.45, oppure salpano alle 23 per attraccare al porto di Trapani il giorno dopo alle 6.30.
Da giugno a settembre, tutti i giorni escluso il martedì, la compagnia Liberty Lines collega A/R con aliscafo Trapani a Pantelleria in poco più di 2 ore di navigazione. Si salpa da Trapani alle 13.40 e da Pantelleria alle 16.10.
Importante sapere che a Trapani, proprio di fronte allo scalo portuale dove attraccano traghetti e aliscafi, in via Ammiraglio Staiti 13, ci sono gli uffici dell’agenzia Egatour Viaggi (tel. 0923.21754): è una garanzia, “opera al porto di Trapani da più di 180 anni”.
Alexandre Dumas, l’immortale autore de I tre moschettieri e del Conte di Montecristo la visitò intorno al 1835 trovando che “aveva la forma di un’enorme tartaruga addormentata sull’acqua”.
È un’isola dalla forma quasi perfettamente ellittica, allungata parallelamente alla costa occidentale della Sicilia.
Le sue coste frastagliate e rocciose testimoniano l’origine vulcanica almeno quanto la vegetazione rigogliosa al suo interno, dominato quasi al centro geometrico dalla Montagna Grande: con un’altezza di 836 metri è il rilievo maggiore dell’isola fulcro dell’area naturale protetta del Parco nazionale dell’Isola di Pantelleria.
All’interno del parco ricade anche un’altra meraviglia della natura di Pantelleria, il Lago di Venere: è un lago vulcanico che, alimentato da tre sorgenti termali, si trova nella parte nord dell’isola, poco distante dal paese di Pantelleria dove attraccano aliscafi e traghetti.
L’arteria stradale principale è la Strada Perimetrale che, lunga poco più di 50 Km, compie il periplo dell’isola.
Simbolo indiscusso dell’isola è il dammuso, la tipica abitazione rurale pantesca fatta di conci di pietra lavica tirati su a secco e sormontati da una cupola pitturata a calce: insieme ai numerosi terrazzamenti, anch’essi di pietra lavica, si integra perfettamente nel paesaggio dell’entroterra costituendone l’elemento dominante.
Sappiate che ci si può anche dormire, in quanto molti sono stati trasformati in case vacanze. Sul sito Vivere Pantelleria trovate un’ampia selezione di queste abitazioni immerse nella natura, alcune con vista mare altre perfino con la piscina.
Anche se priva di spiagge sabbiose – le uniche sono quelle che circondano il Lago di Venere – tra gli infiniti accessi al mare, Pantelleria vanta alcune calette non troppo difficili da raggiungere.
Luoghi incantevoli e riparati, spesso circondati da scogli grandi, levigati e raggiungibili, senza troppa fatica anche dalle famiglie con bambini, grazie a percorsi facilitati. Questi sono alcuni dei suggerimenti che abbiamo raccolto dagli operatori locali.
Partendo da Pantelleria Centro e procedendo verso est lungo la Strada Perimetrale troviamo:
Il modo migliore per avere un’idea di com’è fatta l’isola, è osservarla dal mare, dedicando una giornata ad una gita in barca, alla ricerca di golfi, calette e coste rocciose. Tanti sono i marinai esperti disposti ad accompagnarvi in questa meravigliosa esperienza.
Si possono seguire itinerari culturali alla scoperta della storia, dell’arte e dei ritrovamenti archeologici ancora presenti sull’isola, come le tombe bizantine, ma anche trekking naturalistici sulla Montagna Grande e perfino geologici con la visita al Museo Vulcanologico.
A Pantelleria c’è anche la possibilità di affrontare i sentieri naturalistici della Montagna Grande a cavallo, attraversando i boschi per arrivare fino al Lago Specchio di Venere. Se siete una famiglia che già pratica l’equitazione, potete vivere anche quest’esperienza.
Per i ragazzi più grandi, sempre pronti a vivere vacanze attive, sono tante le opportunità di praticare sport acquatici che offre l’isola, come snorkelling, surf e windsurf, vela sulle lance pantesche, pesca anche subacquea.
In cucina l’aggettivo “pantesco” è sinonimo di sapori pazzeschi e gusti unici e tradizionali.
Come prima cosa ci ripromettiamo di assaggiare l’insalata pantesca, un piatto unico fatto di patate, cipolle, pomodori, olive e capperi di Pantelleria con tocchetti di pesce azzurro di piccola taglia fatto essiccare all’aria, a volte sostituito dallo sgombro o dal tonno.
Come resistere al cous-cous pantesco con pesce e verdure fritte, oppure alla pasta con ammogghiu che è una specie di salsa caratteristica di quest’isola: di origine araba, si fa amalgamando a freddo, con un po’ d’olio d’oliva, pomodori maturi, capperi sotto sale, aglio, pecorino, mandorle e peperoncino.
Non lasceremo Pantelleria senza aver fatto incetta di Baci Panteschi: caratteristica frittella dolce farcita con ricotta e scaglie di cioccolato, ennesima prelibatezza isolana.
Allo stesso tempo alfiere della cultura enoica di Pantelleria è lo zibibbo, ovvero la vite ad alberello di Pantelleria entrata a far parte del patrimonio immateriale dell’UNESCO.
È d’obbligo portare a casa i profumi e i sapori dell’isola acquistando il famoso passito, le marmellate agli agrumi e l’elisir di Zibibbo. Viene chiamato miele d’uva, ma non ha nulla a che fare con le api, in quanto si ottiene aggiungendo zucchero al mosto cotto di uva Zibibbo.
Per approfondire la storia e il territorio di Pantelleria potete leggere la scheda dettagliata su Wikipedia.
Per idee di viaggio in Sicilia potete leggere gli articoli che abbiamo scritto su questa regione: Sicilia con i bambini.
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