Alla Rocca Calascio la prima volta ci arrivai in bicicletta.
Era il pomeriggio di una radiosa giornata di mezz’estate e partito da L’Aquila, ero vagabondo sulla Statale 17. A Barisciano vidi il bivio per Calascio, una quindicina di chilometri più in alto e mi ricordai di aver letto che avevano da poco restaurato parte dell’antica guarnigione a corredo della famosa rocca.
Fui accolto come un ospite speciale. Un’ottima cena, un comodo letto ed un risveglio antelucano per ammirare l’arrivo del nuovo sole dall’alto dei possenti bastioni. Poi a colazione, Susanna, la castellana di questo maniero incantato, bruciò due volte i cornetti per stare a chiacchierare con me, uno strampalato pellegrino-ciclista diretto, via Castel del Monte a Campo Imperatore.
Un weekend con i bambini a Rocca Calascio e Campo Imperatore
Molti anni dopo, la Rocca Calascio diventò la meta di un bellissimo viaggio padri figli, una roba da “uomini veri”, il Mau, suo figlio, io e mio figlio.
Per godere appieno delle vie traverse dell’Appennino, mettemmo al bando le strade a scorrimento veloce e dopo Ascoli Piceno ci infilammo in quello scrigno di meraviglie che è la Vecchia Salaria.
Arli e il suo antico ponte a schiena d’asino, poi Acquasanta Terme e via fino al passo della Torrita, dove il lago di Scandarello annuncia il fondovalle del Fiume Tronto e la strada che tortuosa prende quota fino ad Amatrice.
Proseguimmo per il lago di Campotosto e pochi chilometri oltre incrociammo la mitica Statale 80 del Gran Sasso d’Italia.
Il Passo delle Capannelle a quota 1.300 m.s.l.m. è vicinissimo e annuncia la lunga discesa che dopo aver lambito i resti dell’antica città romana di Amiternum, arriva a L’Aquila.
Noi al valico, prendemmo sulla sinistra un’altissima variante della Statale 17 che, correndo a mezza costa fino in località Fonte Cerreto, oggi come ieri, regala scorci indimenticabili della conca aquilana.
A Fonte Cerreto, frazione della più nota Assergi (a pochi chilometri dall’uscita omonima dell’autostrada A 24), c’è la base della funivia per Campo Imperatore ma noi salimmo all’altopiano in automobile.
Nella bella stagione, una strada asfaltata consente agli automobilisti di raggiungere il piazzale antistante l’Albergo e la stazione di monte della funivia a quota 2.128 m.s.l.m., già a cospetto del Corno Grande.
E’ bene sapere che un’altra curata strada asfaltata attraversa l’intero altopiano fino alla località Fonte Vetica.
Una particolarità sono le aree adibite a picnic chiamate “i Macelli“, veri e propri self service di carne varia con annesso uso di griglie per barbecue a tutte le ore, tanto che anche noi ci concedemmo una merenda indimenticabile, poi raggiungemmo la suggestiva Castel del Monte.
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Calascio e la sua rocca solitaria furono la meta di questo microviaggio unico.
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La storia del rifugio di Rocca Calascio
Ancora più suggestiva è la storia di questo posto affascinante.
Leggenda vuole che un inverno di molti anni fa, Susanna e Paolo, mentre facevano sci alpinismo su queste montagne, furono folgorati dalle torri della fortificazione.
Avvicinandosi videro le strutture abitate, molti secoli fa, dai militi di stanza nel remoto avamposto e così pensarono di restaurarle per rendere di nuovo fruibile questo paradiso ad un’altitudine di 1.400 metri.
All’epoca, Susanna, Paolo e i loro due figli, vivevano a Roma che, come in una favola, lasciarono per gettarsi in questa nuova avventura. Il resto è venuto da sè: il trasferimento dalla capitale a questo piccolo borgo appeso tra le nuvole, i lavori di restauro e riqualificazione e poi, insieme ai primi ospiti, sono arrivati in rapida sequenza anche due figli nuovi di zecca a garantire la gestione familiare.
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Oggi, i ruderi delle proto caserme ospitano, a mo’ di albergo diffuso, il bar ristorante e le variegate possibilità di alloggio che vanno da un confortevole appartamento per piccoli gruppi da 4/5 persone, alle camere del forno, alle camere del pagliaro e della torretta, senza dimenticare l’accogliente ed economica camerata da otto letti a castello dove prendemmo alloggio noi “uomini veri”.
Un’esperienza da provare con i bambini e che mi sento di consigliare a tutti i papà, è proprio quella di dormire insieme al proprio figlio nella camerata di un rifugio tra le montagne tutti insieme come nei boyscout.
Un ultimo consiglio, cercate di arrivare in tempo per prendere possesso della camera e per poi salire alla rocca dove ogni sera va in scena il più bel tramonto d’Abruzzo… c’ho le prove!
INFORMAZIONI PRATICHE
Tutte le info per dormire a Rocca Calascio le trovate sul sito del rifugio.
Il prezzo del pernotto con colazione varia tra i €20 e i €23 a persona, con sconti per i bambini, vengono fornite lenzuola e coperte, gli asciugamani non sono compresi ma sono disponibili, con sapone e shampoo al prezzo di €4.