Sicilia

Sicilia: un giro turistico sulla Circumetnea

È sempre il momento giusto per un viaggio in Sicilia ma, prima di partire, se si vuole veramente vedere qualcosa, è bene fare delle scelte, perché sennò, volendo vedere tutto, si rischia di non vedere nulla.

Converrete infatti con me che la Sicilia è grande quanto un continente, piena di tutto: la Sicilia è la terra promessa di ogni turista, non ci credete?

Proviamo ad elencare le prime cose che ci vengono in mente, così a ruota libera.

15 cose da non perdere in Sicilia

  • Palermo al centro della Conca d’oro, il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina,
  • le friggitorie con le arancine, il pane, le panelle e lo sfincione;
  • il Duomo di Monreale;
  • Catania la grande città barocca ai piedi dell’Etna: il vulcano attivo più alto d’Europa, la montagna che con un’altezza di 3.350 metri è la più alta d’Italia a sud delle Alpi, per non parlare dei suoi pregiati vini;
  • Bronte e i suoi pistacchi;
  • Cefalù;
  • il teatro antico di Taormina;
  • l’isola di Ortigia: la parte più antica della città di Siracusa;
  • Noto: la capitale del barocco;
  • Modica: la città del cioccolato;
  • la valle dei Templi ad Agrigento;
  • Trapani: la città dei due mari alle falde del Monte Erice;
  • Mazzara del Vallo e il suo couscous;
  • Enna, il centro dell’isola secondo i calcoli della dominazione araba e la famosa Rocca di Cerere, patrimonio dell’UNESCO;
  • Gela con la sua storia millenaria…

Ogni viaggio a spasso per la Sicilia, rappresenta una forma d’avventura della quale il viaggiatore incallito non può fare a meno.
E stavolta ero diretto a Catania dove avrei preso uno dei treni della Circumetnea per salire fino a Bronte con la scusa di visitare un piccolo museo ferroviario della gloriosa ferrovia circolare che da centovent’anni corre intorno al vulcano. Non avrei perso l’occasione di fare incetta dei famosi pistacchi.

L’itinerario è presto detto: a Napoli avrei preso il traghetto per Palermo e poi in treno avrei raggiunto Catania, giusto per non privarmi del piacere di attraversare l’interno dell’isola che è un già di per se un viaggio nel viaggio… poi sulla Circumetnea avrei avuto uno speciale compagno di viaggio: Edmondo De Amicis.
Ma il vi dico: andate a Palermo per mare, e vi accorgerete se arrivate in un paese qualsiasi”, ecco, le parole dello storico dell’arte Cesare Brandi, anche questa volta mi hanno spinto a scegliere il mare per godere della vista d’insieme delle montagne che circondano Palermo annunciate dalla maestosità del Monte Pellegrino baciato dal primo sole.

Sbarcato intorno alle sette, mi sono concesso una bella passeggiata in una Palermo sonnolenta di mattina presto, trovando una città tirata a lucido che la stampa inglese ha recentemente definito, a ragione, exciting and safe, eccitante e sicura. Ho raggiunto la stazione gustando ogni passo della centralissima via Roma ed ora, biglietto alla mano, sono in partenza per Catania su un comodo minuetto.
Chi l’ha detto che i treni della Sicilia non funzionano?

Il mio regionale, va veloce come un Freccia Rossa e lasciata a poppavia il piccolo centro di Bacheria, ha raggiunto Termini Imerese dove si è inabissato nell’interno dell’isola, raggiungendo presto l’altopiano solfifero prima di fermare a Caltanissetta per poi raggiungere Enna e filare via dritto fino a Catania, capoluogo della costa orientale.

Prendo la metropolitana e corro alla stazione di Catania Borgo dalla quale partono i treni della Circumetnea.

Biglietteria, bar, binari, un ufficio del turismo ed una locomotiva, un tempo in servizio sulla linea, oggi riverniciata e messa lì ad accogliere i viaggiatori; in poche parole: un altro mondo. Prima della partenza del treno per Randazzo, ho il tempo per curiosare un po’ in giro.

Signori in carrozza…

Il capotreno fischia, le porte si chiudono e senza altro indugio, il locomotore si avvia sul binario unico.

Bronte, sul versante Occidentale dell’Etna, è una piccola località poco prima di Randazzo e mi ci stava portando una vecchia automotrice che sbuffando, ansimando e fischiando, si arrampica a passo d’uomo. È come se serpeggiando pancia a terra su per il binario unico in costante salita, voglia farmi gustare lentamente ogni chilometro del lungo viaggio.

Fuori dal finestrino scorre una Sicilia per me inedita, aspra ma allo stesso tempo bellissima come i muretti a secco di nera pietra lavica assediati dall’ortica rigogliosa e dalle alte pale dei cespugli di fichi d’india selvatici. Una ferrovia che alla partenza è ostaggio dei palazzi, poi lasciata Catania, tira il fiato e procede dividendo agrumeti e costeggiando, per lunghi tratti, file di alti pini domestici allineati a guardia di modesti uliveti.

Il treno intanto balla la rumba. Il macchinista scala sapientemente le marce permettendo al vecchio motore diesel di prodursi in un assolo sulla base ritmica delle ruote che strusciavano dolcemente su binari e traversine.

Misterbianco, Paternò, Adrano, mi appaiono come piccole città candide e arroccate in primo piano su uno sfondo hollywoodiano in cinema scope. Colline, montagne e scorci mozzafiato sul limitare della Statale 284 “Occidentale Etnea” che a tratti si affaccia, come il binario a scartamento ridotto sul quale sto avanziamo, sulla profonda valle del Simeto, il maggior fiume dell’isola. Alla fine di marzo il colore dominante è ancora il verde intenso, punteggiato, man mano che prendiamo quota, dal giallo violento della ginestra aetnensis, pianta endemica dell’Etna che, fino ad un’altezza di 2.000 metri, tinge di un giallo esplosivo le sciare del vulcano.

Dopo Adrano transitiamo per il Passo dello Zingaro dove la linea divide in due un paesaggio lunare correndo in mezzo a trincee scavate nella lava di passate eruzioni. La cima del vulcano si vede bene dal finestrino ed è ancora completamente incappucciata di neve.

Poco più avanti capisco come sono fatti gli alberi del pistacchio: bassi, dall’esile fusto grigio e con i numerosi rami ancora privi di foglie, sembrano spuntare direttamente dalla lava nei posti più impensati, molto somiglianti ai fichi selvatici durante l’inverno.

Sarà che il treno cigolando ad ogni curva, beccheggia, traballa, barcolla e ancheggia, ma salendo verso il vulcano è inevitabile per ogni turista ferroviario abbandonarsi ad una serie di elucubrazioni tra il filosofico e il faceto. Lo fece anche Edmondo De Amicis.

Ebbene, lo confesso, un po’ sono sulle tracce dell’autore di Cuore che nel 1908, raccontò questo treno con l’enfasi che contraddistingue la prosa di tutti i sognatori, compreso chi vi scrive.

“O mio benevolo lettore, che andrai un giorno a Catania, ricordati di fare il giro della ferrovia Circumetnea, e dirai che è il viaggio circolare più incantevole che si possa fare in sette ore sulla faccia della terra”.

Ancora oggi, fare un giro sulla Circumetnea è “il viaggio circolare più incantevole che si possa fare”, tanto più che non ci vogliono sette ore come al tempo di De Amicis.
Si, per raggiungere i trentotto paesi dell’Etna, ci sono anche i servizi su gomma della FCE (acronimo di Ferrovia Circumetnea), ma il treno è un’altra cosa. Te ne accorgi anche visitando il piccolo museo ferroviario di Bronte, dove è racchiusa la storia di questa gloriosa ferrovia siciliana alla quale auguro ancora mille anni di vita!

Informazioni utili per organizzare un viaggio in Sicilia

Se preferite anche voi un tranquillo viaggio via mare, come ho fatto io, potete prenotare i traghetti per la Sicilia su questo sito.
Tutte le informazioni sulla Circumetnea le trovate sul sito ufficiale con percorsi e tariffe.
Per dormire a Catania vi consiglio questi due alberghi che ho testato personalmente nei miei viaggi in Sicilia:
Hotel Mercure Excelsior
Hotel Rigel
Per mangiare a Catania: Razmataz Wine Bar in Via Montesano 17 e poi  alla Trattoria Nievski Scalinata Alessi 15/17.
La granita più buona di Catania si gusta al Bar Caffè Prestipino in Piazza del Duomo.

Ma se volete sapere tutto sui giri che si possono fare in Sicilia con i mezzi pubblici sappiate che a maggio uscirà il mio nuovo libro “Sicilia Express” scritto a quattro mani con Maurizio Silvestri. Lo troverete presto in vendita sul sito dell’editore Exòrma, posso fare un po’ di autopromozione sul blog di mia moglie, che dite?

 

Nell’articolo sono presenti servizi in collaborazione con aziende del settore.

 

 

 

 

Paolo Merlini

Merlini è uno che entra nelle autostazioni come un pellegrino nella cattedrale di Compostela attendendo la benedizione. Come e meglio di Benigni, potrebbe mandare a memoria tutte le sigle delle aziende di trasporto pubblico, dall’Autostradale alla Zani Viaggi, con gli occhi chiusi e con le mani legate, compresi i relativi indirizzi web

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