Umbria

L’Alta Valle del Tevere: itinerario per un weekend in Umbria con bambini (prima parte)

L’Umbria, cuore d’Italia, è tanto bella da far quasi rabbia. Noi più volte abbiamo esplorato questo territorio alla ricerca del giusto equilibrio tra arte, cultura, natura e cose da fare con i bambini.
Questa volta, vista la partenza imminente per Londra di tutta la famiglia, ho partecipato da solo al blog tour organizzato da Visit Alta Umbria.
Ebbene, ora partite con me per un viaggio alla scoperta dell’Alta Valle del Tevere, tra agriturismi, piccoli borghi medievali, abbazie, castelli, allevamenti di alpaca, lombrichi felici e un’enogastronomia indimenticabile.

Scordate l’Umbria che conoscete, la nostra esplorazione inizierà a Città di Castello toccando Umbertide, Montone, Citerna che insieme a Pietralunga, Monte S. Maria Tiberina e Lisciano Niccone costituiscono i centri principali di quella che è stata chiamata anche “La valle museo”.

Alle famiglie con bambini servono camere spaziose, spesso con quattro letti e poi colazioni da campioni e magari anche la possibilità di cenare comodamente in hotel. Tenuto conto di ciò, non posso che consigliare l’Hotel Park Ge.Al di Città di Castello dove ho dormito io che ha anche una bella piscina esterna.

Questo albergo, gestito amorevolmente dalla Famiglia Giorgi, è un approdo facile e sicuro per tutte le mamme e i papà che il venerdì sera scappano dalla città, famiglia al seguito. Dopo una lunga settimana di lavoro scandita da beghe di vario genere e dal serrato programma di attività pomeridiane dei nostri figli, è di conforto arrivare in questo albergo che sorge a poche centinaia di metri dal centro storico e nei pressi dell’uscita Città di Castello Nord della superstrada E-45. Parcheggi l’auto, scarichi i bagagli ed è subito vacanza.

La mattina a colazione, complice l’ampia proposta di dolci fatti in casa, già vedi il mondo con occhi rosa e con sommo sprezzo della glicemia, tu, decidi di “cogliere l’attimo”, senza curarti troppo dell’itinerario o dei tempi di percorrenza. Infatti nell’Alta Valle del Tevere tutto è a portata di mano e facilmente raggiungibile in auto.

Anche se è la prima volta che metti piede al Park Ge. Al, sei considerato come uno di famiglia e così la signora Licia ti avverte che il sabato mattina a Città di Castello c’è il mercato in Piazza Giacomo Matteotti… tua moglie non potrà resistere al richiamo di questa allettante proposta di variegato shopping colorato e a buon mercato.

È un attimo, riponi la Guida Verde del Touring Club che per settimane intere ti ha raccontato le bellezze di Montone e di Citerna, la visita delle quali slitta a data da destinarsi e carichi la tua tribù in macchina dirigendoti sicuro verso il parcheggio “Ferri” che sta a ridosso della cinta muraria fra viale Nazario Sauro ed il fiume Tevere.

Il parcheggio serve anche il curatissimo Parco Comunale Ansa del Tevere perfetto per un pic-nic primaverile o per estenuanti partite a pallone. Qui, oltre ad un’ampia zona per la sosta dei camper, c’è un plateau dove nel periodo estivo si svolgono manifestazioni di vario genere e sempre qui ha inizio un lungo viale alberato per il lungofiume costeggiato dal sentiero che, a sinistra porta al ponte nei pressi del Canoa Club, mentre a destra risale il corso d’acqua ancora per 15 chilometri fino ai confini con la Toscana.

Non vi illudete, l’attenzione dei vostri figli verrà rapita soprattutto dalle altalene, dagli scivoli e dagli altri giochi loro riservati, con la conseguenza che mentre vostra moglie vagherà solitaria tra le bancarelle del mercato settimanale, voi, in questo solare sabato mattina a Città di Castello, potrete godervi indisturbati il giornale buttando di quando in quando un occhio ai pargoli… Anche questo è relax!

Quando i ragazzini si saranno sfogati a piacimento, resterà del tempo per andare a spasso alla scoperta di questa antica città fatta di viuzze curate che raggiungono meraviglie come la Cattedrale dedicata ai protettori della città Florido e Amanzio e all’adiacente Museo del Duomo, ma anche al Palazzo del Comune con la Torre Civica, per non citare il Campanile Rotondo, solenne opera romanico-bizantina del XI secolo.

I tuoi figli sono troppo giovani per apprezzare l’arte immortale di Alberto Burri ed allora vai da solo a visitare l’esposizione permanente di una parte delle sue opere che ha sede nel monumentale Palazzo Albizzini risalente alla metà del XV secolo, e se hai tempo azzardi pure una capatina all’Ex Seccatoio del Tabacco dove sono esposte altre opere del maestro.

Recuperata la famiglia, è il momento di proporre al tuo equipaggio di fare un salto nella bella Umbertide, ma ti può succedere anche che ad un incrocio giri a sinistra e ti ritrovi lungo la vallata del Niccone. I segnali stradali indicano Cortona ma ti senti intraprendente così, anziché tornare indietro, prendi una stradina di campagna e dopo qualche chilometro non credi ai tuoi occhi. Vi viene incontro un alpaca. Sulle prime pensate di avere le allucinazioni anche perché il mammifero andino è in branco, poi i bambini non stanno più nella pelle. Per fortuna arriva anche un bipede gentile che vi accoglie sorridente, è Gianni Berna, titolare dell’Agriturismo Maridiana Alpaca.


Gianni vi racconta dove siete arrivati: Maridiana è un’azienda agricola di 28 ettari nelle colline dell’alta valle del Tevere, ci racconta dei due casali con ampi spazi di soggiorno e camere con bagno, arredati con mobili di famiglie e del fatto che ogni casale può ospitare dalle 4 alle 6 persone per affitti preferibilmente settimanali… Si, lui parla ma i bambini vedono solo gli alpaca che felici trotterellano come nei cartoni alla tv, e così Gianni ci spiega che Maridiana è l’unica azienda in Italia che alleva, al pascolo libero, alpaca, capre mohair e pecore selezionate al fine di produrre e lavorare fibre pregiate. Sembra incredibile. Date da mangiare ai docili animali e poi Gianni vi invita in casa continuando il racconto: dopo la tosa, le fibre vengono selezionate in azienda e poi inviate al lavaggio e alla filatura. Con i filati ottenuti vengono elaborati al telaio, a mano presso piccole aziende locali, prodotti di alta qualità, con disegni esclusivi e colori naturali…

Un altro mondo! Di più, presso Maridiana vengono svolti, anche su richiesta, corsi di filatura, tessitura, coloratura naturale e feltro. Scoprite che gli alpaca sono molto docili, tanto che in fattoria si organizzano anche passeggiate con i bambini… Siamo estasiati! Come in un proficuo gioco dell’oca, se sarete fortunati, Gianni vi racconterà del Centro delle tradizioni popolari di Garavelle alle porte di Città di Castello e del fatto che ogni tanto c’è una specie di cena alla quale magari avrete l’onore di essere invitati.

Ma per l’ora di cena c’è ancora tempo. Riprendete la strada ed in meno che non si dica arrivate ad Umbertide parcheggiando agevolmente quasi ai piedi della Rocca tre-quattrocentesca, superba fortezza medioevale simbolo della città. Di fronte c’è la Collegiata di S. Maria della Reggia, dall’originale forma ottagonale fuori e circolare dentro… ma già i vostri figli non ne possono più delle spiegazioni artistiche e così è suggeribile tentate il tutto per tutto portandoli a spasso sulla ferrovia dimenticata… Si, perché la Ferrovia Centrale Umbra, che collega Terni con Perugia e poi con Città di Castello, passa anche per Umbertide attraversando il Tevere su un massiccio ponte ferroviario in ferro che oggi è visitabile dal momento che in questo tratto della linea il passaggio dei treni è momentaneamente interdetto per i lavori di ammodernamento. Visto dal ponte, il Tevere al tramonto procede lento lento mentre i runners si allenano sul sentiero che costeggia il suo argine.

Per chi ha ancora tempo ci sarebbe da andare a vedere la Chiesa di San Francesco costruita nei primi decenni del XIII secolo e restaurata recentemente nel 2005, così come lasciata la città sarebbe da fare una sosta all’Abbazia di San Salvatore di Montecorona fondata, da San Romualdo il quale, poco dopo l’anno 1000 vi realizzò un eremo.

Passando nei paraggi della chiesa, di impostazione romanica con pianta a tre navate, la si nota subito per l’inconfondibile campanile a pianta ottogonale, e poi, a dar retta alle guide, di notevole suggestione è “la cripta a cinque navate e tre absidi sovrastate da volte a crociera sorrette da colonne romane e/o altomedievali, tutte diverse l’una dall’altra”.

Stanchi ma felici, raggiungiamo il Centro delle tradizioni popolari di Garavelle. Ci vuole più a dirlo che a trovarlo, infatti sta alle porte sud di Città di Castello, proprio sulla vecchia via Flaminia. Trattasi di una vecchia casa colonica nel complesso della Villa Cappelletti, con annesso l’essiccatoio del tabacco e il capanno con gli attrezzi agricoli, conserva al suo interno più di 3.000 oggetti utilizzati tra il 1900 e il 1950. Noi siamo entrati ed abbiamo capito subito di essere arrivati in un museo molto particolare. Infatti sul grande focolare della stanza al primo piano, ardeva la brace e tanta gente è li riunita per una “cena di dispensa”, qualcosa di spartano, frugale che a noi è sembrato un cenone di capodanno. Tommaso Bigi, affettava lonza di capocollo e gli altri salumi gentilmente offerti dall’azienda agricola Dario e Carlo Chiodi. Affettava e raccontava l’anima contadina di questo luogo, di giorno aperto a tutti i visitatori e qualche notte luogo privilegiato di prelibati convivi per ospiti illustri. Gianni Berna dell’Agriturismo Maridiana ci ha presentato Francesco Bruni dell’omonimo Frantoio, Giordano Castagnoli delegato AICOO e poi  Isabella Tosti dell’Agriturismo Casa San Martino che stava arrostendo gli hamburger di chianina portati da Cesare Lucaccioni nonché Gilberto Bucci – Artigiano Artistico e appassionato Storico.

Ma se non siete così fortunati da incappare in una serata organizzata presso il Centro di tradizioni popolari di Garavelle, vi propongo un’alternativa altrettanto allettante per la cena.
Infatti l’Alta Valle del Tevere è piena di occasioni culinarie, appena fuori da Città di Castello, su Viale Romagna, cercate l’insegna gialla: Il Salotto del Tartufo by Penna Tartufi. In pratica si tratta di un ristorante gourmet sopra un elegante punto vendita, un’idea geniale dell’azienda la Penna Tartufi che da molti anni si è specializzata nel commercio di tartufi, funghi e prodotti enogastronomici tipici di qualità.

Di solito apre dalle 18.00 in poi: crepe a fagottino ripiena di crema di porcini con tartufo, flan di broccoli con cuore caldo di panna parmigiano, tartufo bianco e lamellare di tartufo bianchetto, bruschettina pomodoro e tartufo a fette, piadina fatta con farina con tartufo. Quindi salame con tartufo, bresaola con formaggio e glassa di aceto balsamico e tartufo, formaggio pecorino stagionato abbinato al tortino al formaggio. Poi la titolare, la signora Roberta, che con gioia vi ha accolto nel magnifico locale vi fa una proposta che non potete rifiutare: gnocchetti di patate con panna, parmigiano, tartufo bianco, speck e lamellare di tartufo bianchetto fresco.
Anche questa è l’Alta valle del Tevere…  se volete continuare questo bellissimo viaggio leggete la seconda parte: Weekend in Umbria con bambini dove andare.

 

Paolo Merlini

Merlini è uno che entra nelle autostazioni come un pellegrino nella cattedrale di Compostela attendendo la benedizione. Come e meglio di Benigni, potrebbe mandare a memoria tutte le sigle delle aziende di trasporto pubblico, dall’Autostradale alla Zani Viaggi, con gli occhi chiusi e con le mani legate, compresi i relativi indirizzi web

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