Pompei o Ercolano?
Per le famiglie in vacanza a Napoli questo è il dilemma!
Potevamo affidarci alla sorte, invece abbiamo fatto un rapido calcolo del tempo necessario per la visita alle due città sepolte nel 79 d.C. dalla straordinaria eruzione del Vesuvio e, lasciando Pompei per un’altra volta, abbiamo deciso di raggiungere Ercolano: qui di seguito vi raccontiamo dove, come e perché.
Il perché è presto detto, solo per fare una fugace passeggiata all’interno dell’enorme area occupata dagli scavi di Pompei bisogna mettere a monte almeno un giorno intero.
Per capire cos’è stata l’eruzione del Vesuvio e di come la coltre di fango, cenere e lapilli alta dai 10 ai 25 metri, abbia seppellito l’antica città romana, fondata secondo la leggenda da Ercole in persona nel 1243 a.C., basta una mezza giornata.
A chi ha bambini suggeriamo di fare lo stesso ragionamento e di visitare innanzitutto Ercolano perché la visita è più breve e il sito un po’ meno affollato.
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È sì, perché Ercolano, da dove tra l’altro, parte la strada più battuta per arrivare fino alla cima del cratere del Vesuvio, al tempo dei romani era un centro importante del litorale campano. La città riuscì a rinascere circa cinquant’anni dopo la catastrofe e col passare dei secoli, quel nuovo insediamento lungo la strada litoranea tra Napoli e Nocera, prese il nome di Resina.
La città primigenia dormiva sepolta sotto un pesante strato di roccia, formatasi dalla solidificazione di quelle polveri infuocate uscite dal vulcano. Alberto Angela vi direbbe che questo composto, una volta solidificato prende il nome di pappamonte ed è simile al tufo anche se più friabile.
Solo nel 1709, quel furbacchione di Principe Emanuele Maurizio di Lorena comprò il terreno nel quale un villico del luogo, scavando un pozzo, aveva rinvenuto marmi pregiati e colonne antiche.
I primi scavi furono subito fortunati e il Principe trovò una serie di statue antiche che tenne per sé ed altre che regalò in giro ai nobili di mezz’Europa, fino a quando il Re Carlo III di Borbone decise di acquistare il fondo dando il via a veri e propri scavi sistematici.
Eravamo agli inizi del XVIII secolo, nel vecchio continente andavano di moda il neoclassicismo e il Grand Tour che portava in Italia i rampolli della nobiltà.
Oggigiorno, visitare il Parco Archeologico di Ercolano è più facile a farsi che a dirsi.
A Napoli alla stazione centrale si prende uno dei tanti treni che corrono sulla Circumvesuviana e si scende alla stazione di Ercolano Scavi. In pochi minuti si arriva in questa città tutta in discesa, vale a dire che dolcemente degrada verso la linea di costa presidiata dalla Statale 18.
Sul sito dell’EAV potete scaricare il pdf con gli orari della linea Napoli Pompei Sorrento.
La linea ferroviaria corre a monte dell’abitato moderno che a sua volta precede la grande area archeologica che ad un primo sguardo d’insieme risulta come appollaiata, all’ombra del Vesuvio, sul versante occidentale della città moderna.
Ecco, vista da fuori, mentre si percorrono le poche centinaia di metri che separano la stazione dall’ingresso del parco, già si sbirciano le ville, le vie lastricate dall’antico basolato, i teatri e i luoghi pubblici della città un tempo nascosta pregustando la magnificenza degli affreschi alle pareti delle dimore nobiliari. Tra le curiosità che più ricorderanno i vostri figli, i bagni pubblici, latrine a seduta multipla dove si discuteva di politica e di commerci anche “nel momento del bisogno”…
Prima di accedere agli scavi è bene visitare il MAV Museo Archeologico Virtuale per comprendere appieno, con l’ausilio di moderni filmati 3D e videoproiezioni, quanto era bella questa città poco meno di 2000 anni fa; poi si può entrare.
Ogni anno sono quasi 500.000 i visitatori di questo luogo incantato dove è possibile passeggiare dentro la storia. Da est a ovest corre il Decumano Massimo, nella sua parte più vicina al mare sorge il Foro cittadino, sede di commerci circondato dai banchi di vendita delle botteghe.
Eh, no, noi non ci avevamo proprio pensato e non avevamo comprato prima i biglietti per il Parco Archeologico… così abbiamo fatto una lunga fila sotto il sole alla alla biglietteria per acquistarli.
Seguite il mio consiglio: acquistateli online sul sito Musement.
Da sapere che l’ingresso è gratuito:
Dal primo aprile al 31 ottobre: 08.30 – 19.30 (ultimo ingresso 18.00)
Dal primo novembre al 31 marzo: 08.30 – 17.00 (ultimo ingresso 15.30)
Giorni di chiusura: 1 Gennaio e 25 Dicembre.
La stagione migliore per gustarsi appieno queste meraviglie? La primavera, of course.
In estate lo sconsiglio con i bambini, troppo caldo e molto assolato.
Nei giorni festivi e nei weekend il treno è piuttosto affollato di giovani che vanno verso il mare, quindi il nostro consiglio è di partire presto al mattino o scegliere un giorno infrasettimanale.
Noi a Pasqua siamo rimasti in piedi per un bel tratto!!!
Se poi in una calda serata, vi tratterrete fino all’ora di chiusura a Ercolano, avrete il privilegio raro di vedere queste antiche pietre baciate dal sole caldo del sole che tramonta nel Tirreno… e poi fatemi sapere!
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